Buona sera a tutti e benvenuti! Un doveroso saluto al Padre Arcivescovo S.E. Mons. Nolè per la sua autorevole presenza, al Dott. Spagnuolo, Procuratore della Repubblica di Cosenza, attento alle problematiche di cui sono vittime in particolare i giovani, al carissimo Padre Massimo Granieri, coautore del libro “Il Vangelo secondo il rock” per la presentazione del quale siamo tutti convenuti, scritto insieme con Luca Miele, giornalista di Avvenire. Un ringraziamento anche ai docenti di religione convenuti per cogliere nuove opportunità nel difficile lavoro di educatori delle giovani generazioni e a quanti altri presenti che, spinti dalla curiosità della tematica, intendono manifestare stima e affetto a padre Massimo Granieri.
Dal titolo emerge subito che si tratta di un libro innovativo che viene offerto ai lettori non con l’intento di presentare dei traguardi raggiunti, ma qualcosa a cui avvicinarsi liberi da pregiudizi e con la consapevolezza che la musica è una potente forma d’arte; essa si riesce ad apprezzare nella misura in cui si riesce a cogliere lo stato d’animo, i desideri profondi, le vicissitudini, il travaglio che attraversa l’animo dell’autore, spesso alla ricerca di un senso da dare alla propria vita. E’ un sentire insieme all’autore le aspirazioni profonde nascoste nel cuore, è un aprirsi, uscire dal proprio io, dalle proprie paure per manifestare la nostra vera identità e disporci ad incamminarci su strade nuove. Gli stessi autori ci presentano dei ritratti ma nulla di definitivo, qualcosa tutta da sperimentare e su cui confrontare i nostri percorsi.
Padre Massimo in particolare, ci racconta nella prima parte del testo che è proprio grazie all’ascolto di Patti Smith, un colosso del rock, che si avvicinò alla Bibbia cominciando a leggere le citazioni bibliche delle sue canzoni e di altri autori rock, per poi allargare il suo interesse agli altri episodi narrati nel Libro Sacro. Afferma Padre Massimo “il rock ha preparato la strada per capire la chiamata del Signore” e ancora “come se il Signore avesse disseminato le tracce della sua presenza nella musica attirandomi lentamente a lui”.
È comunque un fatto incontestabile che Dylan, Springsteen o Hendrix e soprattutto Patti Smith, principale ispiratrice di Padre Massimo e simpatizzante della Chiesa (si pensi all’ascendente che ha avuto su di essa Papa Luciani che divenne sua fonte d’ispirazione), abbiano attirato l’attenzione, da giovane, e incontrato il favore del nostro coautore Padre Massimo, tanto da metterlo in crisi ed indurlo a ripensare alla sua vita da giovane e ad intraprendere nuove strade. Gli artisti menzionati nelle loro canzoni hanno citato di continuo la Scrittura, cosa sulla quale all’epoca suscitò stupore nel giovane Massimo, allora lontano dagli ambienti ecclesiali, che oggi afferma: era come se “quelle citazioni entrassero nella mia vita”. Ma il discorso è autobiografico ed è giusto sentirlo dalla viva voce di Padre Massimo nel suo intervento.
Le altre parti del testo sono inquadrati nell’ambito del rapporto padre – figlio, visto attraverso brani di vari autori di musica rock. Sono tanti i ritratti presentati dagli autori nelle varie parti, nelle quali si “Percepiscono passioni e attriti, sintonie e dissonanze degli autori che non si nascondono dietro il discorso critico”, come afferma nella prefazione Antonio Spataro, Direttore della rivista “Civiltà Cattolica”. Gli autori presentano il ritratto delle maggiori voci del rock, facendo una comparazione tra le citazioni bibliche nelle varie canzoni e le Sacre Scritture, in modo da evidenziare concordanze e dissonanze, e mostrando come negli artisti sia presente quasi sempre una spiritualità in crescita e il desiderio della ricerca, che spesso è accompagnato dal desiderio del riscatto dalla miseria e dalla violenza, possiamo dire che il rock effettivamente ha saputo inseguire grandi ideali, preferendo “l’amore al potere, la pace alla guerra, il dialogo al monologo” (Antonio Spadaro nella prefazione).
Sarebbe interessante sentire dalla viva voce del nostro autore, come siano forti i punti di convergenza tra Vangelo e rock, anche se ad un’analisi superficiale sembra che i due ambiti siano molto distanti.
Di sicuro il libro è offerto alla sperimentazione e valutazione di tutti coloro che hanno a che fare con i giovani, in particolare gli Insegnanti di religione cattolica e gli operatori pastorali. La musica penetra nel cuore della gente, passa nella mente, coinvolgendo tutta la persona e generando le emozioni più forti; “nella musica possiamo ritrovare la nostra umanità a volte smarrita”, “la musica unisce, crea ponti straordinari” (Mons. Frisina). Questa è opinione comune e ce lo fanno capire con forza i due autori del libro.
Io non ne sono sorpreso per esperienza personale, avendo avuto a che fare in casa con la musica; sono figlio di un Maestro di musica, Luciano Luciani, al quale è intitolato un prestigioso concorso pianistico internazionale che quest’anno giungerà alla X edizione; per mio padre, uomo di fede, la musica non era solo lavoro ma anche il mezzo con cui superare le avversità della vita e ritemprare lo spirito.
La musica è uno dei linguaggi più potenti per “testimoniare il Vangelo” e “per arrivare al cuore di tutti, anche a quanti sono lontani dalla Chiesa e dalla fede”. Sono parole pronunciate di recente da Papa Francesco, ricevendo i membri dell’Associazione “Alunni del Cielo”, fondata dal gesuita padre Giuseppe Arione. Ciò è in linea con il cammino che oggi sta facendo la Chiesa, si pensi al continuo pressante invito del papa “ad uscire”, si pensi al recente Sinodo dei giovani, a cui ha fatto riferimento anche il nostro Sinodo Diocesano “Riconoscere, interpretare, scegliere”. In ascolto dei giovani della nostra Diocesi. Nel Sinodo abbiamo ribadito che oggi sono cambiate le condizioni culturali, per cui deve cambiare il modo di veicolare l’annuncio cristiano; i giovani vogliono essere protagonisti e non accettano una fede per tradizione o per imposizione della famiglia, peraltro oggi distratta e spesso assente dalle problematiche dei propri figli, o della Chiesa o della scuola, tramite un tradizionale insegnamento in particolare della religione cattolica. Essi vanno coinvolti in prima persona negli itinerari di formazione e la Chiesa, gli Operatori pastorali, i docenti di religione devono trovare strade nuove, nuovi itinerari per raggiungere i giovani e non solo per far conoscere il Vangelo, ma soprattutto per dare gli strumenti culturali per interpretate la realtà in cui vivono, essere operatori di cambiamento culturale e sociale, sapere riflettere criticamente ed utilizzare al meglio il proprio discernimento personale per saper rispondere alle domande di senso e vivere una vita degna di essere vissuta, sempre alla ricerca del Bello e del Bene Supremo, ricerca che prima o poi darà i suoi frutti.
Allo scopo sono stati suggeriti i luoghi dove incontrare i giovani e, tra questi, uno dei primi posti spetta alla musica che sicuramente è connessa con la dimensione dell’ascolto e della interiorità; la stessa, se di qualità, è capace di ricucire lo strappo tra fede e vita, se vengono rinnovate anche nella prassi l’evangelizzazione o nuova evangelizzazione e la catechesi.
In questo scenario, è quanto mai utile ed opportuno il libro di Padre Massimo Granieri e di Luca Miele che offre delle modalità nuove per raggiungere i giovanissimi, giovani ed altre persone meno giovani, utilizzando appunto la musica, in particolare il rock che possiamo affermare che in molti autori tocca l’anima e quindi può essere considerata un valido strumento per intercettare l’interesse e la curiosità delle persone, arrivando al cuore, ai sentimenti più profondi e giungendo fino alla mente, creando le condizioni per aprirsi alla dimensione dell’infinito. È chiaro, però, che per la sua valenza e puntuale analisi, di cui gli autori danno ampia testimonianza nei vari capitoli, il suo utilizzo presuppone uno studio serio, approfondito e puntuale di quanto in esso presentato, anche al fine di rintracciare itinerari formativi da approfondire con i ragazzi e con i giovani con cui ci troviamo a condividere un tratto di vita comune, nella scuola o in ambiente ecclesiale; si può senz’altro raggiungere l’obiettivo di dare loro dei contenuti culturali forti capaci di scuoterli, distrarli dal mondo virtuale o dalle dipendenze in cui spesso si rifugiano, e fare scattare in loro la molla della curiosità e della meraviglia; nello stesso tempo si farà loro scoprire il valore dei capisaldi della musica internazionale e come essa possa divenire “via che conduce a Dio”, come ebbe a dichiarare in una intervista il nostro autore, Padre Massimo Granieri.
Sarebbero tante le domande da porre a lui sui vari punti del libro, che dicevamo poc’anzi molto ricco ed articolato, ma per brevità di tempi e per permettere ai presenti di intervenire, mi fermo qui ringraziando Padre Massimo del dono che, insieme a Luca Miele, ci ha fatto, nonché tutti i presenti dell’attenzione.
Intervento del prof. Rodolfo Luciani alla presentazione del libro “Il vangelo secondo il rock”, Laurignano (CS) 3 gennaio 2019