L’anno trascorso ha consegnato una manciata di canzoni intrecciate alla spiritualità cristiana, trattando temi come il dolore, il coraggio e mancate epifanie divine. Gli artisti italiani si mostrano curiosi e fiduciosi verso l’Eterno, rabbiosi per la condizione in cui versano gli uomini. Enzo Avitabile trasborda in Africa le apparizioni della Madonna come segno di speranza per una terra segnata da guerre e carestie. Nella canzone E ‘a maronn’ accumparett’ in Africa fa interpretare a David Crosby un poema mariano con l’inciso cantato in italiano: «Una donna di nome Maria». Alberto Fortis in Caro Giuseppe riporta la nascita di Gesù al tempo del web. San Giuseppe si fa guidare da un navigatore satellitare e comunica in chat con Maria. Sulle relazioni interpersonali riflettono gli Zen Circus in Catene. Gli affetti familiari si spezzano per mancanza d’amore, mentre la morte è intesa come qualcosa che fa parte della natura stessa dell’uomo e che non recide i legami tra i vivi e i defunti. In Cielo non abitano solo i santi; secondo Loredana Bertè nella provocatoria Tutti in Paradiso le canaglie in un mondo rovesciato si salvano. I poveri soccombono in terra all’inferno mentre assassini e usurai trovano gloria nel loro cielo.
Gli artisti angloamericani si relazionano con l’aldilà perché impantanati nell’aldiquà. Father John Misty, impiegato nel business della vita, chiede al suo angelo custode in God’s Favorite Customer la compagnia di un amico, in una notte solitaria in cui supplica il Signore, lui che era il cliente preferito di Dio. Perché il Cielo non viene in aiuto se lo domanda Elvis Costello nell’agrodolce Why Won’t Heaven Help Me? Attende un rintocco di campane, un segno della Provvidenza che non si manifesterà.
La presenza di una luce appare nel buio di 13 (There Is a Light) degli U2 la cui immagine di copertina dell’album Songs of Experience riassume i contenuti del disco e della canzone. Il figlio di Bono, Eli, tiene per mano la figlia del chitarrista The Edge, Sian. L’innocenza è rappresentata dai piedi nudi dei ragazzi che affrontano un mondo violento con in testa un elmetto militare.
Nella canzone Mercy di Plan B il rapporto padri-figli si ribalta. La canzone sembra ispirata dal romanzo Il cielo è dei violenti di Flannery O’Connor. Il protagonista è costretto a difendersi non dal mondo ma dal padre. Rifiuta la religiosità ossessiva ereditata in famiglia e si rivolge al Signore perché smarrito. Benedice Dio, l’unico vero padre rimastogli. I Palace nella canzone Heaven Up There lunga sette minuti si muovono tra la vita e la morte, in una ricerca genuina di Qualcuno da raggiungere ma ancora non trovato.
Ry Cooder nell’album The Prodigal Son canta di un’America bisognosa di guarire da uno stato morale malato. Il rimedio è nella religione cristiana. La canzone d’apertura Straight Street è un atto di riconoscenza nei riguardi del Salvatore Gesù Cristo. La salvezza per Patti Smith si concretizza con la pratica di tre virtù indicate da Papa Francesco nella sua predicazione: pietà, speranza e umiltà. Il bene operare è racchiuso in These Are the Words, tratto dalla colonna sonora del film di Wim Wenders dedicato al Pontefice, Pope Francis: A Man of His Word.
Pur se esplicito il linguaggio dei The 1975, in Love It If We Made It il Signore viene più volte citato come salvatore di un popolo allo sbando. La durezza del testo riflette come in uno specchio la volgarità della cultura occidentale, quella viltà che infastidisce un ironico Jeff Tweedy.
Il leader dei Wilco in Let’s Go Rain (tratto dall’album solista WARM) spera in un nuovo diluvio universale citando quello biblico di Noè che lavò il mondo dalla malvagità umana. Interrogandosi sulla fede smarrita, si augura di navigare in un oceano di chitarre, l’utopia della musica che ci vuole liberare dal male. Nel vecchio anno i tentativi sono stati fatti, certi della brama per un mondo migliore dei musicisti e degli interpreti anche per il 2019.
Massimo Granieri per “L’Osservatore Romano”, 14 gennaio 2019